(dal libro "La Madonna di Altino" di
Angelo Savoldelli, Roberto alborghetti, Francesco Algeri)

Le tante opere di miglioria e di abbellimento del Santuario effettuate all'inizio del '900 dovevano avere come degna conclusione l'incoronazione della B.V.Maria. La guerra sembrava però volesse rimandare a chissà quando la realizzazione di taleprogetto.

Un impulso deciso venne però proprio dal Vescovo mons.Luigi Maria Marelli nell'estate del 1916. Egli salito al Santuario il 22 luglio, vigilia della festa dell'apparizione "rimase profondamente colpito dallo spettacoloso concorso dei fedeli venuti anche di lontano e dall'ardore della loro fede. E la sua commozione profonda la manifestò nel discorso tenuto durante la messa pontificale. Come mirabilmente ispirato fra le lacrime degli uditori, proclamò che, appena cessata la guerra devastatrice, la Madonna di Altino doveva essere solennemente incoronata".    Quelle parole trovarono un'eco profonda nel cuore di tutti i presenti: suonarono come un lieto auspicio, un pegno sicuro di una pace non lontana, di una protezione valida, anche oltre i confini della diocesi bergamasca. Mentre con più fervida e rinnovata fiducia si levarono da ogni parte preghiere, si iniziarono le pratiche per preparare il fausto avvenimento.

Fu subito inoltrata la richiesta a Roma, accompagnata da una lettera dello stesso Vescovo di Bergamo e nello stesso anno, il 16 Dicembre, dalla curia pontificia fu emanato il decreto dell'incoronazione della Beata Vergine di Altino....

La guerra infuriava ancora in tutta Europa, ma gli abitanti di Vall'alta sentivano su di loro una particolare protezione e cominciarono subito i preparativi per la festa che sarebbe stata celebrata appena terminata la guerra, in segno di lode e ringraziamento. Negli annali e nei registri parrocchiali, il solenne avvenimento venne descritto con puntiglio e grande profusione di particolari: elenchi di offerte, verbali del comitato, libri mastro delle entrate e delle uscite, suppliche e petizioni, strumenti papali, documentano oggi quei giorni del 1919.

Al primo posto nelle offerte c'era la gente di Vall'Alta, pronta ad ogni sacrificio per il Santuario; ma non da meno erano i devoti dei paesi vicini e non solo, infatti il parroco narra che l'anno dell'Incoronazione della Madonna di Altino il sig.Luigi Cavagna di Serina venuto nella "determinazione di fare il proprio testamento... lasciava erede della metà di tutta la sua sostanza la Madonna di Altino. Liquidata ogni cosa rimase a favore del Santuario di Altino la somma totale netta di £.7.000".

Le celebrazioni esplosero con il timbro della gioia, quasi a voler dimenticare i giorni trascorsi nella trepidazione e nell'angoscia. Una novena predispose gli animi dei Vallaltesi. La statua della Madonna di Altino era stata trasportata in parrocchia. La chiesa era sempre affollata. La solenne processione della vigilia poté a stento svolgersi per le vie del paese tanto fu l'afflusso di gente.

Ritorno al SantuarioRitorno al Santuario

E' fin troppo facile immaginare quale tripudio di inni, di fiori e di canti. Le cronache di quelle giornate ci descrivono scene tipiche dell'esultanza del popolo: concerti di campane, bande musicali, fiammeggiare di fuochi sui pendii del monte, scintillii di luci e geometrie colorate degli spettacoli pirotecnici. Non una casa che fosse al buio, non una facciata che non luccicasse.


Il sospirato giorno dell'incoronazione venne così riportato da "L'Eco di Bergamo":
"In Vall'Alta si notava un movimento straordinario. I pellegrini, da paesi vicini e lontani, vi affluivano a torme, a frotte, a drappelli, e fu un momento indicibile quando dalla bella parrocchiale, tutta parata con proprietà ed eleganza signorile, fu levata la taumaturga immagine della Madonna per essere riportata al suo Santuario. Parve che al popolo piangente di vedersela allontanare Ella sorridesse di un più celestial sorriso, benedicendo...

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Precedevano numerose Confraternite e Associazioni con bandiere spiegate, e dietro la statua taumaturga venivano gli Ecc.mi Vescovi di Cremona in carrozzella, di Bergamo e di Lodi a cavallo, i R.mi Canonici e prelati nelle loro divise. Uno strano scintillio di colori su sfondo verde, uno splendore. A certi punti della via e su al Santuario si potevano leggere brevi ed eleganti iscrizioni dettate dal can. prof. Zambetti, a cui si deve anche un bell'Inno alla Madonna di Altino musicato dal M. Dentella"

 
SantuarioSantuario
Arrivo all'arcoArrivo all'arco

Quando il corteo giunse sul monte, all'arco di ingresso, una folla incredibile già occupava da ore i boschi e i prati vicini. Il rito si svolse sotto un padiglione allestito davanti al Santuario.

 

Al termine della messa, il momento più atteso. Mons. Merelli sale le scale per imporre la corona alla Madonna. Silenzio profondo: è l'epilogo di desideri cinque volte secolari, ed ecco sul capo di Maria l'aureo diadema scintillare ai raggi del sole. Esplode un urlo, un grido potente: "Viva Maria".

Il parroco, il rettore del Santuario, la fabbriceria "con solenne e pubblico giuramento dichiarano e promettono per sé e successori che conserveranno la preziosa corona sempre sul capo dell'Effigie della B.V. del Monte Altino, interpreti sicuri anche del pio e universale desiderio dei devoti fedeli che con le loro oblazioni concorsero a favorire i mezzi per lo straordinario avvenimento".

Il popolo di Vall'Alta scriveva una delle pagine più belle ed emozionanti della sua storia.

 

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