Il pellegrino che per la prima volta sale in Altino rimane stupito dalla meraviglia di questo Santuario, dal paesaggio, dalla collocazione; e mentre contempla, passeggia, si ferma, si accorge che ciò che lo stupisce non è solo il luogo, bensì l'aria particolare, un afflato, un vento che lo coinvolge … un dono dello Spirito.

Questo è ciò che colpisce la prima volta, e il bisogno di tornare è forte per riascoltare. Per molti basta essere saliti ad Altino una volta sola, qualcuno vi passerebbe o vi passa volentieri tutta l'estate, qualcuno se potesse essere accolto vi soggiornerebbe anche solo una settimana… allora questo mi interroga come rettore del Santuario e interroga tutti gli amici di Altino, perché ci fa intuire che "santuario" non è soltanto la chiesa, il luogo santissimo della fonte, luogo stupendo dell'apparizione di Maria a Quinto Foglia, ma è qualcosa di più, che va oltre. Santuario è tutto ciò che circonda, Santuario è terra, come terra siamo noi; e dunque è luogo che ci spinge a guardare il cielo, ma anche dentro noi stessi.
Se dunque il Santuario è tutto un insieme, di paesaggi, di luoghi, di chiesa, di terra, ma anche di spirito, di vento, di domande che ti si fanno dentro, di desiderio di fermarti a riflettere, a pensare, di celebrare anche e di ritrovarsi in se e con gli altri, come amici e rettore di questo luogo benedetto non possiamo non prendercene carico.

Le strutture ci sono, il desiderio che nasce nel nostro cuore è quello di poter rimettere e dare vita al Santuario, potenziare fino in fondo questo richiamo che lo spirito ci fa, ristrutturando l'esistente, riorganizzandolo con luoghi ove ci si possa ritrovare, soprattutto in quei momenti ove la quiete del luogo diventa più sacra e affascinante, anche nelle stagioni meno sfruttate per le condizioni climatiche. Far sì che tutto diventi luogo che aiuti a vivere fino in fondo la ricerca che abbiamo nel cuore.
La casa canonica, perché possa ospitare dei preti oltre al custode, al rettore o al cappellano, perché possano animare la vita spirituale e possa diventare un luogo di dialogo, principalmente spirituale, ma non solo. Questo farebbe del Santuario un luogo di "accompagnamento", e il pellegrino e l'ospite si sentirebbe più accolto.

Un luogo ove stare con se stessi, prendere coscienza di se, della propria spiritualità ma anche della propria corporeità prendendosi cura di sé nelle cose più essenziali: ecco l'idea di alcune stanze arredate nella semplicità, come si addice a questo luogo, dignitose, ma essenziali, quindi con possibilità di cucinare, di ritirarsi, di fermarsi. Questo è un desiderio sicuramente dei religiosi, ma è sempre più presente nel mondo laico: la bellezza di ritrovarsi e magari, aggiungo, fare esperienza anche di Dio.

Veduta aerea del santuario

 

Così un terzo polo del Santuario potrebbe essere quello che noi chiamiamo impropriamente "isola", cioè l'edificio al centro del parcheggio. Questa casa potrebbe divenire luogo di accoglienza per gruppi o addirittura luogo di cultura, dove si possa convenire, creare dibattito culturale, sede di convegni o mostre temporanee. Un carrefour di incontri che sproni cultura, perché la fede stessa ha bisogno di dialogo per essere dimensione autentica dell'uomo.

Ecco tutto ciò certamente ha bisogno di strutture, le strutture ci sono e vanno sistemate. E' questa la potenzialità del Santuario!
E questo è l'augurio e la scommessa che facciamo: riprendere in mano il tutto e pian piano rispondere alle esigenze spirituali, religiose e laiche, che interrogano il cuore dell'uomo di oggi, tutto questo perché il Santuario lo può fare. Se poi vi aggiungiamo i sentieri, i percorsi intorno al Monte Altino, la possibilità di luoghi appartati per un dialogo con la natura e con il Creatore, ma anche zone riservate al pic-nic che non disturbino l'ambiente, faremmo di esso un vero luogo d'incontro.

 

Per concludere, caro amico e pellegrino, il Santuario della Beata Vergine di Monte Altino,
- riaprirebbe a ciascuno la possibilità di essere accolto per una visita, per un pellegrinaggio, per una richiesta di preghiera, come già ora di fatto è;
- ma pure potrebbe divenire una comunità orante e accogliente che si fa carico proprio di quelle visite e di quelle richieste; diverrebbe cioè luogo ove tu potresti trovare momenti di quiete e solitudine senza però sentirti abbandonato e lasciato a te stesso;
- e infine luogo aperto, come è proprio di ogni Santuario: ove pensiero, cultura e esperienze incontrandosi si confrontano e dialogano.

don Daniele Belotti (rettore)

- Per ulteriori info contattare il rettore -


Ristrutturazione Casa del Pellegrino


Progetto Edoardo Milesi & Archos srl - www.archos.it

Il complesso del Santuario di Altino è una stupenda oasi di solitudine, immersa nella natura di una montagna in gran parte incontaminata, ma è anche un luogo dove è piacevole incontrarsi, festeggiare, godersi il panorama e passeggiare in compagnia. Gli amici del Santuario hanno voglia di ripensare questo spazio unico nel suo genere e ricondurlo a un utilizzo più consono all'ambiente in cui si colloca, affinché possa ritornare a essere un importante riferimento per la nostra regione e la nostra cultura.

E' l'uso, il buon uso, che trasforma uno spazio in un luogo. Altino è un luogo amato, amato per il Santuario, amato perché sarebbe un luogo "religioso" anche senza il Santuario.
Altino è un luogo privilegiato perché da qui si vede la "grande strada" di Dostoevskij: "la grande strada è qualcosa che sembra non avere fine: è come un sogno umano, la nostalgia del'infinito".
Altino è un luogo di preghiera ma anche di liberazione dagli affanni della vita quotidiana, un distacco, un deserto.

Il pellegrinaggio è comune a tutte le religioni perché è nella natura umana, una professione di fede nell'ammirazione del mondo, della materia, della creazione, è la ricerca dell'incontro con gli sconosciuti.
Il cardinale Tomás Spidlik dice "..proprio come la preghiera e l'elemosina, il pellegrinaggio è una delle forme naturali della pietà".
E' con questi sentimenti che gli amici del Santuario di Altino si sono imposti di recuperare i volumi in gran parte ora inutilizzati perché qui, dove è possibile isolarsi a meditare, ci si possa incontrare per conoscersi meglio, perché le diverse culture e religioni qui si possono finalmente parlare e confrontare. Altino è per tutti noi una presenza importante e il suo eco deve trascendere le montagne in cui si colloca.

Dettaglio casa del pellegrino

Per questo il progetto prevede come prima tappa la ristrutturazione proprio della Casa del Pellegrino, perché sia l'ospitalità il primo intervento garbato al Santuario di Altino, perché attraverso l'ospitalità lo faremo conoscere e troveremo le risorse per ridare vita a tutti gli altri edifici, spostando le automobili dove si vedranno meno, perché il confronto con la natura sia sempre forte e diretto.

 
Progetto per la ristrutturazione